giovedì 20 novembre 2014

Padova-Clodiense

Segato: “Se segno dedico il gol a Piermario Morosini, ogni domenica indosso una maglia in sua memoria”


Conservo un ricordo e un retroscena speciale legato alla figura del compianto giocatore bergamasco. «Ho avuto il piacere di conoscere Piermario ai tempi in cui giocava nel Vicenza», svela Nicola Segato. «Un paio di volte siamo andati a cena insieme grazie alla conoscenza di un amico comune e la sua morte mi colpì molto». Così, nelle settimane successive, proprio assieme allo stesso amico il centrocampista originario di Marostica decise di far qualcosa per ricordare lo sfortunato collega.

«Sia io che il mio amico, che gioca Terza categoria vicentina, ci siamo fatti stampare una maglia identica. C’è la scritta Moro 25 e, sotto, una frase che leggemmo nei giorni della scomparsa di Piermario e che ci piacque particolarmente». La frase è: “La vita è troppo breve per non essere anche immortale”, e quella stessa maglietta Segato la mostrò la scorsa stagione dopo un gol segnato con il Delta Porto Tolle. «Da quando l’abbiamo fatta stampare, la teniamo sempre con noi e la indosso sotto la maglia da gara ogni domenica. Appena sono stato invitato al club, sono venuto di corsa perché tengo molto ad onorare la memoria di Morosini». Cosa ricorda con più piacere e nostalgia del “Moro”? «Senza dubbio il suo sorriso, unico. Quando nel corso della serata, al club, hanno proiettato il filmato con le immagini e i video di Piermario, mi sono venuti i brividi. In ogni intervista, in qualsiasi occasione, era sempre accompagnato da quel sorriso. Ed è un particolare che non si potrà mai dimenticare».
Adesso manca soltanto il primo gol in campionato (Segato fin qui ha segnato soltanto in Coppa contro il San Paolo) per dedicare la rete a Morosini. «Ci tengo tantissimo, anche perché gli anni scorsi, a questo punto, avevo già messo a segno due o tre reti. Ho tanta voglia, spero sia arrivata l’ora». Magari già martedì prossimo, visto che anche per lei sarà una partita speciale, da ex del Chioggia. «Un’altra realtà rispetto alla Clodiense attuale, ma da quel che sento hanno mantenuto sempre la stessa mentalità: non mollare mai. Io ci ho giocato solo sei mesi, nel 2006, c’era anche Ferretti ed è stato uno degli anni più belli della carriera. La tifoseria era calda e unita, lo stadio un catino che spesso si riempiva fino a 1.500 spettatori. Quest’anno hanno messo in piedi una bella squadra e dovremo stare attenti».

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