lunedì 24 novembre 2014

B.PADOVA - CLODIENSE 
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Padova-Clodiense, Cunico: “Un risultato che dà morale e spinta, ma tutto si deciderà ad aprile”

CUNICO E I RIGORI. Il detto “non c’è due senza tre” legato alle doppiette, che i tifosi sperano trovi applicazione domani, fortunatamente ha visto una diversa declinazione sul fronte dei rigori, con tre centri dopo le due precedenti cilecche. «Sono partito a handicap, complicandomi da solo le cose e da soli se ne esce, ma la media resta non bellissima». LA SQUADRA E IL FUTURO. Due considerazioni del capitano sembrerebbero di buon auspicio. «A inizio stagione avrei firmato più volte su dieci vittorie e un pareggio, ma adesso sono ancora arrabbiato per i punti persi con la Triestina in una gara che si poteva fare nostra. Bisogna sempre alzare l’asticella ed è positivo trovarsi primi, seppure non al top e con grossi margini di miglioramento. Il girone di ritorno – riprende – sarà completamente diverso, con le avversarie ancora più chiuse per le esigenze di classifica più impellenti e per tutte sarà più probabile perdere punti per strada». Un’ultima curiosità. Come ha trascorso la domenica? «Un giorno di relax sul piano fisico dedicandomi alla famiglia, ma con la testa già nel clima della gara».

Padova-Clodiense, il doppio ex Cerilli: “Tifo per i Biancoscudati. De Poli? Pensavo che mi chiamasse quest’estate…”

«Tifo per la squadra che punta a traguardi più importanti e dunque per il Padova che deve vincere il campionato, mentre la Clodiense sta viaggiando verso una tranquilla salvezza». Franco Cerilli trova sostegno nelle esigenze di classifica per risolvere la più classica situazione di un cuore diviso in due. A Chioggia l’ex centrocampista di Vicenza e Inter è nato, cresciuto calcisticamente, ha allenato e tuttora risiede, a due passi dallo stadio, ma all’ombra del Santo, tra il 1981 e il 1984 ha vissuto un triennio magico con la promozione in B. Regista di gran classe, riconoscibile anche per i calzettoni perennemente abbassati, per lui 97 presenze, tre reti e mille ricordi indelebili. «L’ultimo anno la gente mi adorava: se sbagliavo un passaggio per i tifosi era colpa del compagno mal posizionato. Se a Vicenza (secondo posto in serie A, ndr) sono arrivati i picchi di squadra, a Padova ho ottenuto le maggiori gratificazioni personali, che ancora ricevo, emozionandomi, tramite i social forum». Di qui la sua amarezza legata al presente. «Con De Poli eravamo come fratelli e pensavo che la scorsa estate si ricordasse di me, visto che ho già allenato le giovanili del Padova, per poi ottenere promozioni a Legnaro e con la Piovese. Per questo sono un po’ deluso». Idem per la Clodiense: «Sono cresciuto lì e in panchina ho già vinto un campionato, ma è proprio vero che nessuno è profeta in patria. Ora alleno i piccoli amici di Borgo San Giovanni, mi godo la famiglia, ma il campo mi manca e con entrambe le società penso di avere più dato che ricevuto». L’attuale Padova? «Vederlo non iscritto, per colpa di personaggi che nulla c’entrano con il calcio, era fuori dal mondo, ma i padovani amano questo sport e più di 5.000 persone allo stadio in D non sono la normalità. Se, come pare, Bergamin e Bonetto gestiranno la società come fosse già professionistica, si va lontano». Cerilli domani non sarà all’Euganeo, invitato al settantesimo compleanno di Gianfranco Zigoni, suo compagno di avventura in una storica trasmissione condotta da Gildo Fattori.

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