mercoledì 19 novembre 2014


Padova-Clodiense

L’ex di turno Ferretti: “Ho Chioggia e lo stadio “Ballarin” nel cuore, ma quando entro all’Appiani mi viene sempre la pelle d’oca…”


Le immagini di quegli anni felici sono lì, nella memoria: «Ero un ragazzino quando arrivai, ma il paese mi fece sentire subito a casa. I tifosi mi cantavano Rulo gol, al Ballarin vedevo sventolare le bandiere dell’Argentina, tante immagini che porterò sempre con me. Uno stadio incredibile, che per com’è fatto in piccolo ricorda un po’ l’Appiani. Ah, mi viene la pelle d’oca ogni volta che ci entro il sabato mattina. Avrei voluto vederlo, pieno di gente doveva essere una bella caldaia…». Proprio in granata, nel 2005, per la prima volta giocò insieme al fratello Pablo, che oggi è tornato in Argentina. E poi c’è lei, Katia, una ragazza siciliana che all’epoca lavorava d’estate in un campeggio del luogo e che, di lì a poco, non sarebbe stata più una qualunque: «Dopo dieci anni ora siamo marito e moglie, è la madre di mia figlia Clara, lei è la cosa più bella che mi lega a Chioggia. Ci siamo conosciuti praticamente per caso, con i colleghi veniva a mangiare nell’albergo in cui alloggiavo insieme ad altri miei compagni, e quando, un paio di anni più tardi, venne a studiare a Padova, cominciammo a frequentarci di più».
Dalle sale da pranzo dell’hotel la vita chioggiotta di Ferretti viveva di molti luoghi che sarebbero poi entrati nell’album dei ricordi: «Come la pizzeria Rustichello, i gestori Fabio e Salvino», ricorda, «o la mamma di un mio compagno che il venerdì sera mi preparava un tiramisù eccezionale. Loro, come moltissima altra gente, sono diventati presto un punto di riferimento». E poi c’erano loro, i tifosi: quei tifosi che, ormai da qualche anno, hanno deciso di lasciare il Ballarin, delusi da una proprietà che, dopo aver acquisito il titolo del vecchio (e fallito) Union Chioggia Sottomarina, ha deciso di mantenere il proprio nome di Clodiense, in barba alla storia e alla fede del paese. «La storia è una, a Chioggia c’è solo l 'UNION: sarebbe come se il Padova fallisse e riprendesse vita sotto il nome, che so, di Guizza», spiega Ferretti, «Al Ballarin ho visto più di tremila persone per le partite in Serie D, per molti di loro andare a vedere l'Union la domenica era un rito, venivano in tanti a vedere persino gli allenamenti».
Fonte: Mattino di Padova, Francesco Cocchiglia

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